Comunicato Stampa
Cure palliative in Lombardia: manca il 20-25% delle risorse necessarie. A rischio la dignità dei pazienti
Meno della metà dei pazienti che ne avrebbero bisogno riceve assistenza
Castellanza, 26 giugno 2025 – “Le cure palliative in Lombardia affrontano una crisi economica che mette a rischio la qualità e la continuità dell’assistenza a pazienti inguaribili e, quindi, la loro stessa dignità”. Luca Moroni, Direttore Hospice di Abbiategrasso, Coordinatore Regionale Lombardo di Federazione Cure Palliative e della Commissione Cure Palliative UNEBA Lombardia, lancia l’allarme a partire dagli ultimi dati sullo stato della Rete di cure palliative in Lombardia presentati a Castellanza presso la Business School della LIUC di Castellanza, nel corso del 1° convegno dell’Osservatorio Cure Palliative. I dati sono stati presentati da Antonio Sebastiano, Direttore dell’Osservatorio Cure Palliative della LIUC Business School e dai suoi colleghi Roberto Pigni e Umberto Restelli accompagnati dagli interventi di esperti e rappresentanti del Terzo Settore, tra cui Tania Piccione, presidente di Federazione Cure Palliative, Luca Degani di UNEBA Lombardia e Giampaolo Fortini, presidente di SICP.I dati restituiscono una situazione molto critica. Gli Hospice lombardi operano con un tasso di saturazione dell’88,2%, che corrisponde “a pieno regime”, ma ricevono dalla Regione solo circa l’80% delle risorse necessarie con un deficit del 20-25%: tradotto, il costo di un posto letto si aggira 114.914 euro, mentre il rimborso regionale si ferma a 86.653 euro. Nonostante l’eccellenza riconosciuta delle cure palliative lombarde, oggi meno della metà dei pazienti che ne avrebbero bisogno riceve assistenza, e per periodi troppo brevi (47 giorni di media a domicilio, 17 in Hospice). “Questa situazione si traduce in bilanci in rosso per la maggior parte degli Hospice, soprattutto quelli gestiti dal Terzo Settore, dove il deficit rischia di diventare insostenibile nel medio-lungo termine – spiega Moroni – Negli Hospice pubblici, invece, il disavanzo grava sui bilanci complessivi delle Aziende Ospedaliere, costringendo a scelte che penalizzano sia le strutture di cure palliative sia altri servizi. Il sistema di remunerazione attuale, basato su tariffe non indicizzate all’inflazione e contratti annuali con regole mutevoli, genera incertezza e impedisce una programmazione efficace: dal 2016, le tariffe sono aumentate solo del 6,7%, mentre l’inflazione ha raggiunto il 22,4%, erodendo il potere d’acquisto e impoverendo il servizio.” “Gli Hospice, strutture di piccole dimensioni con elevati standard assistenziali, destinano il 62% dei costi al personale sanitario, risorsa oggi particolarmente scarsa – conclude Moroni – La legge nazionale garantisce la gratuità delle cure palliative, ma ciò impone alla Pubblica Amministrazione di assicurare risorse adeguate e in crescita costante, in linea con l’aumento dei costi. Regione Lombardia ha indicato la direzione da seguire, puntando su flessibilità e integrazione con la sanità territoriale, ma è urgente mettere in sicurezza la sostenibilità a lungo termine della rete e riattivare i tavoli tecnici per progettare un futuro solido.”